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Un’anticipazione dal Rapporto 2009 sulla scuola in Italia della Fondazione Agnelli. L’impennata di pensionamenti nel prossimo decennio è un’occasione propizia per riequilibrare il rapporto studenti/insegnanti in Italia, riavvicinandolo alla media europea.

Nei prossimi dieci anni almeno 300.000 insegnanti italiani andranno in pensione, circa 100.000 in più di quanti hanno lasciato l’insegnamento nel decennio trascorso. Questo deciso incremento delle uscite “fisiologiche” dalla scuola in Italia è dovuto all’elevata età media del corpo docente, che in particolare nella fascia compresa fra i 50 e i 57 anni conta in ciascuna leva fra le 30.000 e le 36.000 unità.

È una delle conclusioni di una ricerca della Fondazione Giovanni Agnelli, che è stata anticipata alla stampa e andrà a costituire – insieme ad altri studi e a indicazioni di policies – un Rapporto sulla scuola italiana, in uscita nel prossimo mese di febbraio.
“Si tratta – ha affermato Andrea Gavosto, direttore della Fondazione – di un’occasione propizia per abbassare il rapporto studenti/insegnanti della scuola pubblica italiana verso valori più prossimi alla media europea, senza creare eccessive tensioni sociali. Esistono, però, due questioni cruciali che devono essere al centro del dibattito: il destino dei tanti insegnanti precari, che attendono da anni un posto di ruolo, e soprattutto il rischio che si correrebbe se venisse bloccato l’ingresso alla professione dei giovani laureati che vogliono fare gli insegnanti. ’Saltare’ una generazione di insegnanti avrebbe effetti deleteri sulla qualità della scuola italiana”.