Vai al contenuto principale

Presso il Senato, la conferenza stampa di un progetto innovativo promosso da Intervita, insieme a Fondazione Agnelli e Associazione Bruno Trentin

Nell’ambito del network Frequenza 200, viene presentata una ricerca nazionale sulla dispersione scolastica, promossa da Intervita Onlus, in collaborazione con Associazione Bruno Trentin e Fondazione Giovanni Agnelli.
La conferenza stampa è fissata per martedì 1 ottobre (ore 11) a Roma presso il Senato della Repubblica.

Il fenomeno dell’abbandono è una delle emergenze più severe e drammatica della scuola italiana.
Secondo l’indicatore più frequentemente usato dall’Unione Europea, gli early school leavers (ossia i giovani fra i 18 e i 24 anni che hanno al massimo il diploma di scuola media e non partecipano ad attività di educazione/formazione) sono in Italia quasi il 18% del totale dei loro coetanei. In Germania la quota è sensibilmente più bassa (10,5%), così come in Francia (11,6%) e nel Regno Unito (13,5%). Rispetto all’obiettivo del 10% fissato per il 2020 dalla Conferenza di Lisbona , il nostro Paese ha circa otto punti di differenza da colmare. Anche se emergono progressi rispetto alla situazione del 2000, l’Italia continua ad avere un divario piuttosto rilevante rispetto agli altri paesi europei.  Se si considerano le percentuali a livello regionale, il raggiungimento dell’obiettivo appare davvero arduo per la Sardegna e la Sicilia dove circa il 25% dei ragazzi è fermo alla licenza media e non frequenta alcun corso di riqualificazione professionale. In ogni caso, l’abbandono scolastico è un fenomeno diffuso su tutto il territorio nei grandi come nei piccoli centri: nessuna regione italiana presenta attualmente un livello di dispersione al di sotto del 10%.
Negli ultimi anni, in Italia c’è stata una crescente attenzione per la questione della dispersione scolastica che ha comportato una notevole mobilitazione di risorse pubbliche e non. Tuttavia, lo sforzo non sembra ancora pagare e il fenomeno resta allarmante. Una possibile spiegazione è data dal fatto che gli interventi sono nella maggior parte dei casi micro-progetti più o meno integrati con l’attività scolastica e a limitata estensione territoriale. Alcuni finiscono addirittura per insistere in modo non coordinato sulle stesse comunità di studenti e, non di rado, una stessa scuola può essere coinvolta simultaneamente in più progetti.

L’innovatività della ricerca consiste nell’ambizione di provare a ottenere un quadro realistico degli sforzi messi in campo, tenendo in conto per la prima volta il notevole apporto del terzo settore, e di avviare una prima disanima sistematica dei principi che ispirano gli interventi. Si tratta del primo passo per la comprensione dei meccanismi che rendono efficaci alcuni progetti e inefficaci altri. Ma la sfida sarà quella di centrare l’obiettivo della rappresentatività territoriale dell’indagine.