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Andrea Gavosto interviene su La Stampa sulla questione che in queste settimane più sta agitando il mondo della scuola

Che cosa debba fare un docente nel suo orario di lavoro e quale estensione debba avere tale orario sono temi da affrontare presto e con serietà se si vuole un miglioramento della scuola italiana.
Nelle scorse settimane il governo aveva inserito nella legge di stabilità una norma che – a parità di retribuzione – portava l’orario dei docenti della secondaria di I e II grado dalle 18 ore attuali a 24. L’incremento avrebbe dovuto riguardare solo le ore di lezione frontale e l’obiettivo dichiarato era di conseguire, come previsto dalla spending review, alcune centinaia di milioni di risparmi sugli incarichi dei precari incaricati di coprire gli spezzoni  di orario e le supplenze.
Le proteste concordi di partiti, sindacati e naturalmente degli stessi docenti hanno portato il governo a ritirare la misura e a individuare altri capitoli di spesa  ove effettuare il risparmio atteso.
Ma il tema dell’orario dei docenti resta importante e indifferibile. Il direttore della Fondazione Agnelli interviene su La Stampa a commentare l’intera vicenda, chiedendosi se e quando sarà possibile riaprire la discussione.

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