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Dai dati sull’Italia dell’indagine internazionale HBSC due importanti contributi analitici e interpretativi al Rapporto sulla scuola 2011

Come percepiscono gli adolescenti della scuola media italiana il rapporto con gli insegnanti, con i compagni di classe, con l’istituzione educativa in generale? In che cosa la loro esperienza scolastica è simile – o si differenzia – da quella dei coetanei di altri paesi? In qual modo e in che misura i comportamenti a scuola e gli stessi risultati scolastici dei ragazzi sono influenzati dalle loro caratteristiche socio-culturali e dalla loro origine familiare? Infine, quali comportamenti e quali profili sono più comunemente associati con i ritardi scolastici, che proprio nella secondaria di I grado cominciano ad assumere una rilevanza significativa?

Per il suo Rapporto sulla Scuola in Italia 2011, interamente dedicato allo stato della scuola media in Italia, la Fondazione Agnelli ha cercato di rispondere a queste domande  con ricerche svolte in collaborazione con il Dipartimento di Sanita’ Pubblica e Microbiologia (DSPM) dell’Università di Torino. L’analisi ha utilizzato in modo inedito i dati dell’indagine internazionale HBSC (Health Behavior in School-aged Children). HBSC è un progetto patrocinato dall’Organizzazione Mondiale della Sanita’, a cui partecipano 43 paesi – fra cui l’Italia – con lo scopo di descrivere, monitorare e aumentare la comprensione di quei fenomeni e comportamenti che possono avere effetti sulla salute dei ragazzi di 11, 13 e 15 anni che frequentano la scuola secondaria di primo e secondo grado. Le informazioni raccolte sugli studenti riguardano: i dati anagrafici (età, genere, struttura familiare), la classe sociale (occupazione e livello di istruzione dei genitori), il benessere individuale, l’autostima, le reti di sostegno socio-affettivo (rapporto con i genitori, i coetanei, l’ambiente scolastico), i comportamenti collegati alla salute (attività fisica, abitudini alimentari e voluttuarie).
I due paper qui presentati sono il frutto di questa collaborazione e costituiscono il supporto analitico di importanti sezioni dei capitoli II e III del Rapporto.
Dal primo paper (WP40), di natura più generale, curato da Franco Cavallo, Patrizia Lemma, Lorena Charrier e Paola Dalmasso del DSPM dell’Università di Torino, emergono importanti risultati su molti aspetti dell’esperienza e dei comportamenti scolastici dei ragazzi di 11 e 13 anni. Comparato a quello degli altri paesi, il quadro italiano risulta particolarmente preoccupante: nel nostro Paese ad andare a scuola volentieri sono veramente pochi preadolescenti, con valori nettamente inferiori alla media Hbsc. Anche il rendimento scolastico percepito in Italia, sia a undici che a tredici anni e per entrambi i generi, è sensibilmente inferiore al dato medio. Per contro, i nostri studenti sembrerebbero patire livelli di stress scolastico sensibilmente superiori alla media internazionale.
Il secondo paper (WP41), curato da Paola Berchialla, Franco Cavallo, Sabina Colombini, Patrizia Lemma del DSPM dell’Università di Torino e da Gianfranco De Simone della Fondazione Agnelli, si interroga, invece,  in modo specifico sull’origine dei ritardi nella scuola media italiana. Condotto su un campione di quasi 45mila ragazzi, lo studio dimostra come il profilo degli studenti con maggiori probabilità di essere in ritardo negli studi è ben definito. I percorsi irregolari negli studi sono maggiormente probabili per i maschi, per gli studenti con retroterra socio-culturale svantaggiato, per gli studenti di origine straniera; e sono spesso associati a comportamenti a rischio (fumo, consumo di alcool). I divari tra gruppi sociali rispetto al rischio della bocciatura sono molto pronunciati e si amplificano lungo il percorso della scuola secondaria inferiore. Questi risultati mettono in dubbio la capacità della scuola media italiana di garantire pari opportunità di apprendimento a tutti e di adempiere, quindi, a una delle missioni istituzionali che le sono state attribuite fin dall’origine.