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Quali sono e come vanno valutate le proposte per scuola e università delle forze politiche in vista delle elezioni del 25 settembre? In una serie di interventi su lavoce.info Andrea Gavosto analizza i diversi programmi

Prima con la pandemia e l’aggravarsi dei ritardi di apprendimento dei nostri studenti, poi per gli importanti interventi e riforme previste dal governo Draghi nell’ambito del PNRR, in questi due anni le criticità della scuola italiana sono state spesso al centro del dibattito pubblico (un po’ meno, va detto, l’università, che ne avrebbe almeno altrettanto bisogno). In particolare, negli ultimi mesi i temi di come migliorare la qualità del corpo insegnante (formazione, selezione, retribuzioni e carriera) e della didattica, di come rinnovare gli edifici scolastici e gli ambienti di apprendimento, di come diffondere ed estendere la frequenza in tutto il Paese della scuola per i più piccoli (nidi e infanzia), di come rafforzare l’istruzione tecnica e professionale sono stati oggetto di aspra discussione politica, come pure di cambiamenti legislativi.

La caduta del governo e l’approssimarsi delle elezioni hanno cambiato la prospettiva e messo anche in dubbio la possibilità di portare a termine alcune delle azioni avviate, con un rischio per le risorse europee. Scuola e università, tuttavia, almeno sulla carta sono ben presenti nei programmi delle forze politiche, naturalmente con una diversa intonazione retorica, tipica dei programmi elettorali.

In una serie di interventi su lavoce.info, il direttore della Fondazione Agnelli analizza le proposte di ciascun partito, per verificarne interesse, solidità, pertinenza e coerenza con quelle che si appaiono oggi le reali urgenze dell’istruzione in Italia oggi.

Gli interventi già usciti ai seguenti link:

Fratelli d’Italia

Sinistra Italiana

Partito Democratico

Lega

Forza Italia

Azione – Italia Viva

Movimento 5 Stelle