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Sul Corriere della Sera una proposta della Fondazione Agnelli per differenziare le prospettive di carriera

Come cominciare a valorizzare e differenziare le carriere degli insegnanti italiani, che sono completamente piatte, se non per le progressioni di anzianità?

Se lo chiede Andrea Gavosto sul Corriere della Sera di martedì 20 maggio, commentando la decisione del ministro Giannini di formare una commissione che avrà al centro la questione degli insegnanti – formazione, reclutamento e appunto carriere – ed è stata chiamata Cantiere Docenti (scelta lessicale non felicissima: in Italia di cantieri se ne aprono tanti, ma pochi chiudono avendo terminato il lavoro nei tempi giusti).
Il primo passo per differenziare le carriere – scrive il direttore della Fondazione Agnelli –  sarebbe dare ai docenti che siano disponibili a impegnarsi di più la possibilità di scegliere un orario di lavoro full time, molto superiore a quello attuale. In questo modo potrebbe emergere ed essere riconosciutoil lavoro che tanti insegnanti – ma, francamente, non tutti – già svolgono per preparare le lezioni e che ora verrebbe fatto intra moenia.
Ma soprattutto a chi scegliesse il tempo di lavoro prolungato andrebbero affidate quelle attività che, insieme alle ore di lezione, sono cruciali per una buona scuola e richiedono disponibilità, impegno e capacità: il supporto e il recupero di chi ha più difficoltà, la programmazione e il coordinamento dell’offerta formativa, la cura dei processi di valutazione interna e di aggiornamento professionale, l’orientamento degli studenti, il rapporto con le famiglie, le altre scuole, il territorio. Il nuovo orario, le nuove funzioni e le nuove responsabilità (che possono aprire la strada anche alla dirigenza) andrebbero riconosciuti da una specifica progressione di carriera, che comporti un cospicuo adeguamento retributivo in linea con gli standard europei. Poiché una simile opportunità professionale non potrà riguardare tutto il corpo insegnante, i docenti disponibili al tempo pieno dovrebbero essere selezionati scuola per scuola, attraverso concorsi ad hoc che siano rigorosi e non premino solo l’anzianità.

Se si vogliono motivare gli insegnanti, ridare loro prestigio sociale, premiarne il merito, questa ipotesi è da mettere in discussione, secondo la Fondazione Agnelli. Sarebbe, fra l’altro, una cartina di tornasole utile a capire se tutti – docenti, sindacati e governo – sono davvero disponibili a chiudere la troppo lunga stagione in cui all’insegnante “poco si dava e poco si chiedeva”.

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