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Il caso italiano, in una ricerca di Università di Cagliari e Fondazione Agnelli nell’ambito di una survey internazionale

I dirigenti scolastici (DS)  e le scuole dove ci sono pratiche manageriali e organizzative migliori riescono a fare la differenza nella qualità scolastica e nei risultati di apprendimento, nonostante i vincoli istituzionali e di risorse che ne limitano le possibilità operative nell’ambito dell’autonomia scolastica. Colmare il divario di competenza manageriale e qualità organizzativa rispetto ai sistemi educativi di altri paesi potrebbe, dunque, essere una delle leve a disposizione (non l’unica ovviamente) della politica scolastica per colmare il divario negli apprendimenti degli studenti italiani rispetto a quelli dei loro pari esteri. A condizione, però, di ripensare il sistema di formazione (un buon docente non diventa per forza un buon dirigente, ma va preparato in modo specifico) e le logiche di reclutamento dei DS (la dirigenza non può continuare a essere solo una prospettiva di fine carriera per i docenti).
Questa è l’indicazione più significativa che scaturisce da una ricerca curata dall’Università di Cagliari (con il sostegno finanziario della Regione Sardegna) e dalla Fondazione Giovanni Agnelli, che hanno realizzato la parte italiana del progetto internazionale World Management Survey in Schools (WMSS), che estende alle scuole un sistema di valutazione delle abilità manageriali e della qualità dell’organizzazione già sperimentato con successo in altri settori. Il progetto, sviluppato da esperti di London School of Economics, Harvard Business School e Stanford University, ha fin qui coinvolto sei paesi avanzati: Canada, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Svezia e, appunto, Italia, dove il gruppo di ricerca era costituito da Fabiano Schivardi (LUISS), Adriana Di Liberto, Marco Sideri, Giovanni Sulis (Università di Cagliari). Il caso italiano è stato studiato sulla base delle risposte date da un campione rappresentativo di 338 dirigenti di scuole secondarie di secondo grado statali e paritarie.
I principali esiti della ricerca sono stati anticipati dal quotidiano La Repubblica del 24 luglio. Una sintesi della stessa è scaricabile in questa sezione, mentre sempre dal nostro sito sono scaricabili il Working Paper WP 48 e il Working Paper WP 49, che costituiscono i fondamenti analitici della ricerca.
Il quadro che emerge è in chiaroscuro. Da un lato, i DS e la qualità dell’organizzazione nelle scuole secondarie di secondo grado italiane risultano nel confronto internazionale collocarsi sui valori più bassi. Dall’altro, si registra un miglioramento in corso, perché i DS che sono entrati in ruolo più recentemente, dopo la riforma dell’autonomia e segnatamente dopo il concorso specifico del 2004, hanno risultati migliori dei vecchi presidi.
Un secondo risultato di interesse è che appare confermato l’impatto positivo che buoni DS e buoen pratiche organizzative possono avere sugli apprendimenti degli studenti. A parità di altre condizioni, infatti, gli studenti che frequentano scuole per le quali l’indagine rileva una migliore capacità manageriale dei DS e migliori modelli organizzativi ottengono risultati migliori al test Invalsi.

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