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La ricerca condotta da Fondazione Agnelli e Fondazione Rocca approfondisce le molteplici dimensioni del preoccupante fenomeno dei divari di apprendimento in Italia, con un focus sulla scuola secondaria di II grado.

Quali sono i principali fattori – individuali e familiari degli studenti, nei contesti territoriali, ma anche fra le scuole e dentro le scuole – che spiegano i divari di apprendimento in Italia? E quale possibilità hanno le scuole di fare una differenza per migliorare i risultati dei propri studenti e diminuire i divari?

A questi interrogativi cercano di rispondere le analisi e le indicazioni di policy di Divari scolastici in Italia. Un’indagine sulle differenze di apprendimento nei territori e tra le scuole, promossa da Fondazione Agnelli e Fondazione Rocca, presentata oggi alla Camera dei Deputati davanti alle istituzioni e a rappresentanti del mondo della scuola. Hanno aperto i lavori i saluti della Vicepresidente della Camera, Anna Ascani. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è intervenuto in videoconferenza.

L’indagine, alla quale ha contribuito anche un gruppo di ricerca dell’Università Sapienza di Roma, si è concentrata – con analisi quantitative e qualitative – sui divari di apprendimento nella scuola secondaria di II grado, in particolare, nella classe seconda (cioè, dopo dieci anni di scuola), partendo dai dati Invalsi 2022-23, integrandoli con dati e informazioni da Ocse-Pisa 2022 sulle competenze dei quindicenni.

I risultati confermano la molteplicità e l’entità dei divari di apprendimento nel Paese, sottolineando i diversi livelli a cui si manifestano e si intrecciano. Le analisi indicano che – insieme alle caratteristiche individuali e di retroterra familiare degli studenti e alle specificità socioeconomiche e culturali del contesto territoriale – i divari di apprendimento sono dovuti in misura importante anche a differenze ‘fra le scuole’ e ‘dentro le scuole’. E a questi livelli devono trovare spiegazione e – per quanto possibile – rimedio. Una risposta sembra essere nell’organizzazione che ogni scuola si dà sulla base dei – sia pur ridotti – spazi di autonomia.

Il comunicato stampa e la presentazione della ricerca in allegato.